16 Dic, 2019

FIBRILLAZIONE ATRIALE

16 Dic, 2019

UN PROBLEMA DI RITMO CARDIACO

CHE COS’E’ LA FIBRILLAZIONE ATRIALE
La fibrillazione atriale è un disturbo del ritmo cardiaco, cioè del modo e della velocità con cui il cuore batte.
Scoprendo di avere un problema al cuore potresti sentirti un po’ spaventato, tieni presente che la fibrillazione atriale di per sé raramente costituisce una minaccia per la vita.
Se sei affetto da questo tipo di fibrillazione, potresti aver avvertito alcuni di questi sintomi:
– palpitazioni (battito accelerato e/o irregolare)
– debolezza o spossatezza
– mancanza di fiato
– dolore o senso di costrizione al petto
– capogiro o senso di stordimento
– sensazioni di svenimento
I sintomi più comuni consistono nel battito cardiaco accelerato e nel senso di debolezza.
La fibrillazione atriale è un problema molto diffuso, che affligge persone di tutte le età, può provocare sintomi fastidiosi e può causare altre malattie, quali l’ictus o il collasso. Se la fibrillazione viene curata, molti di questi problemi possono essere evitati. Puoi continuare a vivere una vita attiva, è soltanto necessario che tu collabori con il medico per tenere sotto controllo il ritmo del cuore.

COME FUNZIONA IL CUORE
Il cuore pompa il sangue a tutto il corpo attraverso le arterie. Esso batte (si contrae e si dilata) ritmicamente con una certa velocità che si misura in battiti al minuto (frequenza cardiaca).
Il ritmo del cuore, il modo e la velocità con cui il cuore batte quando ti misuri il polso, è regolato da impulsi elettrici che provengono dal sistema elettrico del cuore. Se questi impulsi non funzionano bene, il ritmo cardiaco può risultare accelerato o irregolare. Il cuore è una sorta di pompa composta da quattro cavità: le due cavità superiori sono chiamate atri, e in esse confluisce il sangue che arriva al cuore. Gli atri, contraendosi, pompano il sangue nelle due cavità sottostanti, chiamate ventricoli.A loro volta i ventricoli si contraggono per pompare il sangue fuori dal cuore. Ogni contrazione è un battito, un cuore normale ha, a riposo, una frequenza che varia tra 60 e 100 battiti al minuto.

IL SISTEMA ELETTRICO DEL CUORE
Il sistema elettrico del cuore, che ne regola l’attività, contiene cellule con capacità di determinare e condurre velocemente un impulso elettrico. Esse creano e mettono in moto gli impulsi che comandano al cuore quando battere. Alcune di queste cellule si raggruppano in due strutture chiamate nodo del seno e nodo atrioventricolare.
Altre formano percorsi nel cuore attraverso i quali passano gli impulsi, e sono chiamate vie di conduzione.
Il nodo del seno dà inizio ad ogni battito cardiaco: “batteria del cuore”. Un impulso dal nodo del seno si diffonde attraverso gli atri, facendoli contrarre. Il nodo atrioventricolare è il “cancello” tra gli atri e i ventricoli. Nel nodo transito il segnale elettrico proveniente dagli atri, viene rallentato ed inviato all’interno dei ventricoli.
Le vie di conduzione portano l’impulso che, diffondendosi ai ventricoli, li fa contrarre.

QUANDO IL CUORE BATTE TROPPO IN FRETTA
Quando il sistema elettrico non funziona bene, il battito cardiaco può essere più veloce del normale.
Se gli atri battono velocemente, ma ancora regolarmente, si tratta di tachicardia parossistica sopraventricolare oppure di flutter atriale. Se gli atri si contraggono velocemente e in maniera irregolare si tratta di fibrillazione atriale.
In entrambi i casi l’aritmia può essere presente solo una volta ogni tanto (parossistica) oppure sempre (cronica).
Il flutter o la fibrillazione possono avere origine da infarto, alta pressione o problemi alla tiroide, ma può anche non esistere una causa nota. Il flutter atriale Gli impulsi viaggiano in continuazione all’interno degli atri in modo circolare e fanno battere gli atri
velocemente (attorno ai 250 o 300 battiti al minuto). Alcuni di questi segnali riescono a passare attraverso il nodo atrioventricolare e raggiungere i ventricoli, che battono altrettanto rapidamente (intorno ai 150 battiti al minuto). Il flutter atriale può causare sintomi simili alla fibrillazione atriale.
La fibrillazione atriale. Nella fibrillazione atriale accade che gruppi di cellule inviano agli atri segnali elettrici in soprannumero e che gli impulsi viaggiano in continuazione all’interno degli atri stessi.
Questi segnali fanno battere gli atri in modo molto veloce (da 400 a 500 battiti al minuto) ed irregolare. Gli impulsi atriali vengono in parte rallentati dal nodo atrioventricolare e raggiungono i ventricoli che battono in maniera irregolare e rapida, con frequenze in genere variabili da 110 fino, a volte, a 180 battiti al minuto.
Gli atri pulsano in maniera così rapida ed irregolare che possono arrivare a vibrare invece che contrarsi.
Se non si contraggono, gli atri non trasportano abbastanza sangue nei ventricoli e compaiono sintomi come il capogiro ed il senso di debolezza. Il sangue che non è mantenuto in movimento può ristagnare e formare coaguli negli atri.
Questi coaguli possono spostarsi in altre parti del corpo e causare problemi gravi, come per esempio l’ictus.
Il trattamento di base di questa forma aritmica prevede alcuni aspetti fondamentali:
1) il controllo della frequenza cardiaca media mediante l’utilizzo di farmaci specifici;
2) l’instaurazione di terapia anticoagulante orale per evitare la formazione di coaguli all’interno delle cavità cardiache. Questa terapia richiede l’assunzione di un farmaco anticoagulante, ad un dosaggio che va controllato periodicamente con prelievi di sangue. E’ una terapia che va assunta con molta precisione, con controllo medico e di laboratorio. Occorre sempre valutare l’aritmia nel contesto della cardiopatia su cui si manifesta mediante una valutazione clinico-strumentale completa:
Elettrocardiogramma Rx torace Ecocardiogramma,(esame molto utile, in quanto consente di valutare la dimensione delle camere cardiache, la contrattilità cardiaca, la funzionalità delle valvole cardiache ecc.).
Esiste anche una opzione “elettrica”, che va valutata attentamente dallo specialista: la cardioversione elettrica, cioè l’erogazione di una scarica elettrica sul torace.
In casi opportunamente selezionati, è possibile inoltre adottare una procedura invasiva detta ablazione (essa è di pertinenza strettamente specialistica, cioè viene praticata dal Cardiologo aritmologo). Vedremo a breve in cosa consistono queste due procedure.

LA VISITA MEDICA
Torniamo agli esami strumentali e vediamone il funzionamento. Nel corso della visita medica ti verranno richieste informazioni sul tuo stato di salute e ti verrà fatto un esame obiettivo.
Puoi anche essere sottoposto ad esami diagnostici che aiutano ad individuare i problemi di ritmo cardiaco.
Nel corso dell’anamnesi il medico ti rivolge domande sui sintomi che avverti e su altri problemi di salute che puoi aver avuto in passato. Riferisci al medico tutti i farmaci che prendi. Durante l’esame obiettivo, il medico ascolta il cuore e misura il polso e la pressione sanguigna; potrebbe anche prescriverti gli esami del sangue.

L’elettrocardiogramma
L’elettrocardiogramma (ECG) registra il modo in cui gli impulsi elettrici viaggiano attraverso il tuo cuore.
Alcuni elettrodi vengono posizionati sul petto, sulle braccia e sulle gambe.
Gli elettrodi sono collegati alla macchina dell’ECG tramite dei fili. Per tutta la durata dell’esame vengono registrati gli impulsi elettrici del cuore e le loro variazioni nel tempo. L’ECG può essere fatto a riposo o sotto sforzo. Durante la prova da sforzo viene registrata l’attività elettrica del tuo cuore mentre svolgi attività fisica, di solito mentre cammini su un tapis roulant o pedali su una cyclette. Il monitoraggio Holter Se l’aritmia non è costante, essa potrebbe non esser messa in evidenza da un elettrocardiogramma di routine che dura solo pochi minuti. In questo caso il tuo medico potrebbe prescrivere un monitoraggio Holter.
Il monitor Holter è un apparecchio portatile che registra il battito cardiaco per tutto il tempo che lo indossi, in genere per 24 ore. Il monitor degli eventi è come il monitor Holter, ma va portato per diversi giorni, anche per settimane.
Quando avverti i sintomi, premi un pulsante sul monitor e l’apparecchio registra il ritmo del cuore. In entrambi i casi dovrai tenere un diario delle attività quotidiane e dei sintomi che avverti.
La registrazione del ritmo cardiaco viene poi messa in relazione alle attività da te annotate.

L’ecocardiogramma
Esso fornisce l’immagine in movimento del cuore. Onde sonore indolori rimbalzano contro le pareti del cuore e ne proiettano l’immagine sullo su uno schermo.
Questo test potrebbe esserti prescritto per controllare la conformazione del cuore, le sue dimensioni e le sue contrazioni. Inoltre può aiutare ad escludere la presenza di coaguli all’interno del cuore.

Lo studio elettrofisiologico
A volte viene effettuato un esame chiamato studio elettrofisiologico.
Durante quest’esame alcuni elettrodi a forma di catetere vengono introdotti fin nel cuore facendoli scorrere attraverso i vasi sanguigni.
Questi elettrodi segnalano il punto in cui hanno origine gli impulsi elettrici del cuore e la frequenza con cui essi di propagano. Lo studio elettrofisiologico fornisce una “mappa” del cuore e può contribuire ad individuare il tipo di aritmia e le sue possibili cure.

MEDICINE PER IL CUORE
Per tenere sotto controllo il flutter atriale o la fibrillazione, il medico potrebbe prescriverti uno o più farmaci.
Esistono parecchi tipi di farmaci che possono essere utilizzati per obiettivi differenti.
Nel caso di fibrillazione atriale parossistica, in genere vengono somministrati dei farmaci antiaritmici che servono sia a ripristinare il normale ritmo cardiaco che, soprattutto, ad evitare nuovi episodi di aritmia.
Altri farmaci antiaritmici possono invece esser somministrati per rallentare la frequenza cardiaca. I farmaci anticoagulanti aiutano a prevenire la formazione, all’interno degli atri, di coaguli di sangue. Può essere necessario assumere questi farmaci per molti mesi o anni; il tuo medico ti spiegherà i rischi ed i benefici della loro assunzione.

Ristabilire il normale ritmo cardiaco
Il primo obiettivo del medico è quello di bloccare i circuiti della fibrillazione e del flutter con farmaci antiaritmici, in modo da ristabilire il normale ritmo cardiaco (cardioversione cosiddetta “chimica”).
I tipi più comuni di farmaci antiaritmici sono rappresentati dalla flecainide, dal propafenone, dal sotalolo e dall’amiodarone. Questi farmaci, oltre a ristabilire il normale ritmo cardiaco, servono a mantenere il cuore in ritmo e quindi vanno assunti per mesi o anni. Assicurati di prendere i farmaci secondo quanto prescritto dal medico e avvertilo in caso di eventuali effetti indesiderati. Se queste terapie non hanno successo, il cardiologo generalmente cercherà di intervenire sulla frequenza cardiaca per rallentarla.

Rallentare la frequenza cardiaca
Alcuni farmaci antiaritmici contribuiscono a rallentare la velocità alla quale il cuore pompa.
I tre tipi più comuni sono: diossina, calcioantagonisti e betabloccanti. Ognuno di essi funziona in maniera leggermente differente, ma tutti possono aiutare il cuore a pompare in modo più efficiente ed alleviare i sintomi dell’aritmia.Tra gli effetti indesiderati che tali farmaci possono provocare ci sono: affaticamento, nausea, stitichezza, cefalea, gonfiore alle caviglie e perdita di appetito. Assicurati di prendere i farmaci esattamente come prescritto e riferisci al medico se tali farmaci sono efficaci e se avverti qualche effetto indesiderato.

Prevenire i coaguli
Se un coagulo di sangue si forma negli atri, parte di esso può staccarsi dal cuore e raggiungere il cervello causando l’ictus. Per questo motivo il medico potrebbe prescrivere un farmaco antiaggregante o anticoagulante; entrambi questi tipi di farmaco contribuiscono ad impedire la formazione di coaguli.
L’aspirina è un antiaggregante, il warfarin un anticoagulante. Se prendi quest’ultimo farmaco, ti sarà fatto un esame del sangue per stabilire l’esatto dosaggio.Bisogna dire che il warfarin è in grado di proteggerti dall’ictus, ma assumerlo in maniera non corretta può comportare alcuni rischi, come gravi emorragie o danni al feto (se ad assumerlo è una donna in gravidanza).
ATTENZIONE!
Aspirina, antibiotici, certi tipi di cibi o altre medicine possono influire sull’efficacia del warfarin.
Consulta sempre il tuo medico prima di prendere qualsiasi medicina, incluse quelle da banco.
Anche l’alcol può avere conseguenza sull’assunzione del warfarin, perciò parlane con il medico prima di bere alcolici.

PRENDERE LE MEDICINE
Prendere troppe o troppo poche medicine può essere pericoloso per il cuore, per questo devi seguire scrupolosamente le istruzioni del medico. Anche se cominci a sentirti meglio, non smettere di assumere le medicine prescritte e non cambiare il loro dosaggio, a meno che sia il medico a consigliarlo.
Se prendi diversi tipi di medicine può essere complicato ricordarsi di tutte.
Ecco alcuni suggerimenti:
– segui una procedura abituale
– prendi una scatolina per le pillole con indicati i giorni della settimana e riempila all’inizio della settimana
– prendi le medicine ogni giorno alla stessa ora e nell’occasione di qualche momento particolare della tua routine quotidiana, per esempio alla mattina quando fai colazione o alla sera prima di andare a letto. Chiedi al medico o al farmacista quali medicine possono essere assunte durante i pasti.
– Tieni un elenco scritto per non rimanere senza medicinali e, se puoi, rifornisciti quando hai ancora la scorta per due settimane
– Quando viaggi, porta con te le medicine e le prescrizioni mediche
– Fai un elenco di tutte le medicine che prendi e mostralo a qualunque medico tu ti rivolga per una cura. Mostralo anche al tuo farmacista prima di acquistare qualsiasi medicina da banco, così che egli ti possa informare su possibili alterazioni con i farmaci che stai per acquistare.

LA CARDIOVERSIONE ELETTRICA
Quando la cardioversione chimica, realizzata mediante i farmaci, non ha effetto, allora può essere presa in considezione la cardioversione elettrica. Questa procedura utilizza l’elettricità per ottenere il ritorno alla normalità del battito cardiaco.

Come funziona
Durante la cardioversione elettrica, il medico dà al cuore una breve scossa elettrica, che interrompe per un istante tutte le attività elettriche del cuore, inclusi gli impulsi irregolari che causano la fibrillazione striale.
In questo modo il ritmo cardiaco può ritornare normale.
In alcuni casi può rendersi necessario più di un intervento per ripristinare il ritmo normale, in altri questa procedura può non funzionare affatto. Il medico potrà darti maggiori ragguagli al riguardo.

Prima della procedura
Assicurati di riferire al medico i farmaci che assumi; ti potrebbero essere prescritti anticoagulanti per qualche settimana prima della procedura per prevenire la formazione di coaguli. Il medico ti spiegherà quali sono i motivi per cui ti consiglia la cardioversione e quali rischi essa comporta.
Il giorno dell’intervento non mangiare né bere prima di recarti in ospedale. Se ti è stata prescritta qualche medicina durante le ore di digiuno, prendila con piccoli sorsi d’acqua. Assicurati di seguire con scrupolo tutte le indicazioni che ti sono state impartite.

Durante la procedura
Alcuni elettrodi vengono posizionati sul tuo petto; essi sono collegati ad una macchina ECG che registra il battito cardiaco. Una flebo intravenosa nel braccio inietta un anestetico che ti addormenta, in modo che tu non avverta dolore durante l’intervento. Potrebbe esserti somministrato dell’ossigeno, attraverso un morbido tubo di plastica applicato alle narici Una breve scossa elettrica è inviata al petto ed alla schiena attraverso gli elettrodi.
Il battito cardiaco viene monitorato per controllare che esso riprenda il ritmo normale.
In caso di insuccesso della cardioversione per via esterna, si può eseguire una cardioversione elettrica “interna”: vengono introdotti due cateteri all’interno del cuore e la scossa elettrica viene rilasciata attraverso tali cateteri all’interno degli atri.

Dopo la procedura
Rimarrai in ospedale fino a che il medico non sarà certo che il tuo ritmo cardiaco si è stabilizzato, il che potrebbe significare una permanenza di poche ore o di una notte intera. Durante la permanenza indosserai uno speciale monitor e potrai sederti, camminare e mangiare qualcosa fin dal tuo risveglio.
Per un giorno la pelle del tuo petto potrebbe essere irritata, come per una media scottatura da esposizione solare. Una volta a casa, potrai tornare alla tua vita quotidiana.
Se avverti un ritmo cardiaco irregolare o accelerato, mancanza di fiato o costrizione al petto, chiama subito il medico!
L’ABLAZIONE CON CATETERE
Questa procedura elimina alcune delle cellule degli atri o dei circuiti responsabili della accelerazione del battito cardiaco e può concorrere a far scomparire i sintomi. L’intervento, come accennato nelle pagine precedenti, viene effettuato da un cardiologo specialista, l’aritmologo.
Durante l’ablazione, uno speciale tubicino (catetere) è introdotto nel cuore attraverso un vaso sanguigno, fino a raggiungere le cellule che causano il problema. Onde radio vengono quindi inviate, attraverso il catetere, per distruggere con il calore generato dalla loro energia queste cellule. Il resto del tuo cuore non subisce danni e dopo l’ablazione il catetere viene rimosso dal corpo.
Per alcuni mesi successivi è normale
sentire dei “mancamenti” nei battiti del cuore; per alcune settimane potresti anche sentirti come ti sentivi prima dell’intervento, e cioè aver la sensazione che l’aritmia sia tornata, anche se in molti casi per fortuna questo non succede e si tratta perciò solo di una sensazione destinata a passare.
Esistono vari tipi di intervento di ablazione.
Per quanto riguarda il flutter atriale, la metodica oggi più utilizzata è quella della neutralizzazione di una zona del cuore (istmo) che permette di interrompere il circuito responsabile dell’aritmia, con una percentuale di successo molto elevata e con rischi molto bassi.
Nel caso della fibrillazione atriale alcuni dei possibili interventi hanno l’obiettivo di eliminare il “cancello” del cuore (il nodo atrioventricolare), cosicché gli impulsi elettrici degli atri non riescano più a passare nei ventricoli. In tal caso l’attività elettrica dei ventricoli viene assicurata dall’impianto di un pacemaker.
Il pacemaker viene collegato in maniera permanente sotto la pelle del tuo petto con un piccolo intervento chirurgico e invia segnali elettrici che mantengono il battito dei ventricoli regolare e a velocità costante.
Altri tipi di intervento mirano ad eliminare i gruppi di cellule anomale e i circuiti responsabili della fibrillazione, facendo in modo di ripristinare il normale impulso elettrico e la normale conduzione elettrica del cuore.
Tali interventi, anche se costituiscono una cura radicale dell’aritmia, sono ancora in una fase di valutazione clinica.

Testi redatti da
Dott. Fiorenzo Gaita, cardiologo – 
Dott. Stefano Tondi, cardiologo, Nuovo Ospedale S.Agostino-Estense di Modena

Allegato alla presente troverete un articolo pubblicato recentemente dal quotidiano “TRENTINO” relativo alla nuova tecnica per il trattamento della fibrillazione atriale, tecnica innovativa e all’avanguardia a livello europeo.
E’ un ulteriore conferma della eccellenza delle cure fornite dalla Cardiologia e Cardiochirurgia trentina e rassicurante per i pazienti.

Buona lettura e un cordiale saluto

p. A.L.MA.C. Franco Sicheri

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